GEOCROMO  5.3.4

Geocromo 5.3.4 è un’idea. L’idea di un’esposizione. A Bologna.

Qui, in un punto in cui materia ed energia, folla e transito originano il continuo strutturarsi-destrutturarsi della sostanza metropolitana, colloco volentieri immagini generate da combinazioni virtuali, di volta in volta diverse, dei cinque elementi vivificanti aria, acqua, terra, fuoco e psiche.

Si tratta di combinazioni fluide, stratificate in modo fragile nel tempo e nello spazio. Gli innumerevoli rivoli di colore, che in tre anni di produzione pittorica (dal 1999 al 2001) ho riversato su supporti di carta (per definizione marcescibile) sono ora condensati in un ancor più fugace mese di visibilità intenzionale.

I filoni tematici dei quadri sono quattro, per lo più distintivi di precedenti, per me significative, esposizioni (Della stessa consistenza del vento, Torino 2000; Muffe e muschi sull’anima, Parma 2000; Et coetera, Padova 2000; Trinario Barocco, Ferrara 2001; Uovo barocco, Padova 2001): il simbolico mescolarsi con l’acqua dell’uno o l’altro degli elementi vitali (le opere “Maestrale-Il segno”, “Scirocco-Tempesta nera”, “Gli dei seminano granelli di morte”, “Odore di sottosuolo”), l’altrettanto simbolico interagire degli elementi con la solida pur sgretolabile terra (le opere “Esorientamento”, “Cromopoieticornare”, “Etc.2”), il riflettersi nell’anima da parte di una materia sufficientemente riconoscibile nelle sue apparenze iconiche o segniche (le opere “Come la pietra io”, “A commento dell’apice”, “Invettiva giocosa”), il condensarsi infine del pensiero in sembianze per la verità assai poco solide (le opere “Soffusione di luce solare”, “Dies irae.1.1”, “Nebbiosa carta da parati”, “Miscuglio sonoro”).

Una possibile sintesi è nell’opera-simbolo “Geocromo AV3” appositamente creata per un’esposizione organizzata dalla Galleria-Libreria Il Secondo Rinascimento di Bologna e dalla Banca Antonveneta, che nella sede di Via Indipendenza accoglie i miei quadri fra il 16 novembre e il 15 dicembre 2001.

     Ferrara 5/10/2001